Oppidium ter igne ustum

Questa frase latina è la radice etimologica di “Terzigno” che si si traduce :”rione bruciato tre volte dal fuoco”. Nella tradizione popolare poi, si sono perse la prima è l’ultima parola restando così le sole “ter” e “igne”. La prima tappa fondamentale per la nascita della comunità terzignese risale al dicembre 1631 quando una terribile eruzione devastò gran parte del territorio vesuviano e nolano. Coloro che riuscirono a scappare si rifugiarono nelle frazioni: Boccia, Ambruosi, Bertini, Cacciabella, Caramagni, Nappi, Iervolini (tutte tra le attuali San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano) ed in fine Avini e Bifulchi appartenenti all’attuale territorio di Terzigno. Fu allora che i numerosi abitanti delle campagne e dei rioni distrutti dalla lava si ritrovarono riuniti nelle poche case sopravvissute al fuoco del vulcano. Fu sempre allora che si decise di dare un solo nome a quel territorio martoriato dal Vesuvio. I primi rioni, casali e masserie dell’epoca moderna risalgono ad un periodo compreso tra il 1306 e il 1500.
Già nel 1400 si registrarono le prime chiese e i primi monasteri: monastero dei Camaldolesi di San Felice, di Santa Maria Paretese, della cappella di Sant’Antonio ed infine, prima fra tutte le chiese di Lorena detta chiesolina di San Francesco che ancora oggi si può ammirare in una traversa di Corso Leonardo Da Vinci. La comunità terzignese faceva parte della terra di Ottajano (oggi Ottaviano). Tornando alle origini di Terzigno c’è da dire che i suoi abitanti dopo l’eruzione del 1631 oltre che occuparsi delle campagne si occuparono di ricostruire casolari ed abitazioni. Fino ad allora le abitazioni erano fatte con tetti di paglia che ad ogni pioggia di lapilli andavano ricostruiti. Dopo quell’eruzione la materia prima divenne la pietra lavica per i muri, il battuto di lapillo per i tetti rigorosamente avvolta per facilitare lo scivolamento di ceneri e lapillo quindi per impedire crolli ed incendi. Nel 1600 fu scavato il fiume Sarno per la costruzione di una diga che serviva a fare da energia per i mulini di Torre Annunziata e Scafati.
A causa di ciò il fiume straripò formando un’immensa palude portatrice di malaria: gli abitanti di quelle zone trovarono rifugio alla pendici del Vesuvio. Nel 1683 la chiesa di San Giuseppe (oggi Vesuviano) viene eretta a parrocchia, Fino ad allora l’amministrazione religiosa del territorio di Terzigno dipendeva dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Ottaviano. L’evento assume rilevanza storica anche perché impose un censimento delle famiglie che sarebbero rientrate nelle giurisdizione della nuova parrocchia. Così nella “ter igne” vennero censiti 32 capifamiglia residenti nel rione Campitiello e 31 nel rione Miranda.

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