Un po’ di storia..le eruzioni del Vesuvio
Il territorio alle pendici del versante sud-orientale del Vesuvio – oggi comune di Terzigno – era in antico l’estrema periferia nord di Pompei.
L’attività estrattiva di materiale vulcanico in una zona di cava, in località Boccia al Mauro, a circa 6 chilometri da Pompei, ha favorito la scoperta, a partire dagli anni ottanta, di tre complessi insediativi, provvisoriamente denominati Villa 1, Villa 2 e Villa 6, allineati lungo un asse nord-sud, forse in prossimità del presunto percorso della via che collegava Pompei con Nola.
La strutturazione degli spazi, la presenza di torcularia e celle vinarie, l’annessione di fondi agricoli hanno consentito di individuare in questi insediamenti alcune delle numerose fattorie la cui presenza interessava il territorio, caratterizzato da una vocazione principalmente vitivinicola.
La fase iniziale dell’eruzione fu segnata, in questa zona, la più prossima al vulcano, da un flusso di cenere grigiastra, la cui caduta – intorno alle 13.00 del 24 agosto – mise in allarme gli abitanti, intenti alle normali attività lavorative.
La nube di cenere che ormai oscurava il sole, le continue scosse di terremoto, i rumori assordanti che provenivano dal vulcano causarono sconcerto e paura e spinsero i contadini al lavoro a ritornare precipitosamente nelle fattorie; alcuni decisero di cercare rifugio a Pompei o, probabilmente, si spinsero verso il vicino litorale di Oplontis.
Nel corso della giornata la pioggia di cenere, pomici e materiali vulcanici infuocati continuò incessante, depositandosi sui tetti e contribuendo a minare la stabilità delle strutture abitative.
Intorno alle 20.00 una brusca variazione dell’eruzione originò i primi surge che interessarono le aree a est più prossime al Vesuvio. Nella notte tra il 24 e il 25 agosto, tra l’una e le due l’area di Terzigno fu raggiunta da una nube di materiale ardente, la seconda emessa dal Vesuvio, che completò l’opera di distruzione, provocando la morte – pressoché istantanea – di quanti non si erano allontanati.